Gruppi Balint: empatia verso la guarigione
Gruppi Balint: non istruzione né nozione, bensì un nuovo metodo di formazione per quei medici che desiderano comunicare con il paziente e dare spazio e respiro alla relazione umana che si instaura con esso, tanto unica ed irripetibile quanto preziosa
Gruppi Balint: la storia
Quelli che oggi vengono definiti gruppi Balint prendono il nome dal lor creatore, Michael Balint, il quale nasce a Budapest nel 1896, ma è a Londra, più recisamente alla Tavistock Clinic, che inizia la sua carriera di medico destinato a stravolgere il volto della medicina.
Il metodo Balint nasce ufficiosamente negli anni ’40 del secolo scorso quando il Ministero della Sanità inglese tenta di sopperire alla mancanza di specialisti in psichiatria e chiede, pertano, ad alcuni medici, fra i quali Michael Balint e la sua seconda moglie Enid, entrambi impiegati presso la Tavistock Clinic di Londra, di formare i propri colleghi per lo meno per ciò che concerne la psichiatria di base, per permettere alla figura del medico di famiglia di ampliare il suo ruolo supportando i pazienti anche da un punto di vista psicologico.
Impartire nozioni relative ad una branca medica tanto complessa si rivela subito un’impresa impossibile, ma durante questi tentativi di formazione emerge la possibilità di portare avanti una tipologia di terapia mai sperimentata prima: la psicoterapia di gruppo e la medicina narrativa che stanno alla base dei gruppi Balint, i quali si fondano su di una terapia del tutto relazionale, lontana dai precetti biomedici più tradizionali.
Le quattro linee guide dei gruppi Balint sono ben delineate nel testo pubblicato dal medico loro inventore nel 1957, “Medico, paziente e malattia”, un testo destinato a cambiare il volto della medicina inglese e divenuto ispiratore degli attuali gruppi Balint, spesso raccoltisi in associazioni presenti in svariati paesi del mondo e tenuti uniti dal’International Balint Federation, un network in grado di mantenere i contatti fra tutti quei gruppi di medici che hanno scelto di rapportarsi al paziente in maniera empatica e personale e di condividere con i propri colleghi esperienze cliniche preziose per la loro unicità.
Gruppi Balint: principi cardine e metodo d’azione e interazione
Nei gruppi Balint la parola chiave è interazione. Interazione non solo tra i sintomi e le forme di malessere manifestati dal paziente, che potrebbe accusare disturbi di tipo fisico che sono in realtà la somatizzazione di una difficile condizione psicologica oppure, al contrario, cadere in uno stato psichico critico a causa di sintomi di tipo esclusivamente fisico. L’interazione, infatti, all’interno dei gruppi Balint si svolge anche fra il paziente e il suo medico, il quale comprende l’importanza di focalizzarsi sulla comprensione dello stato d’animo di entrambi perché la terapia sia efficace e non osa considerare il paziente come un pesce rosso rinchiuso nella sua boccia che con il suo forzato isolamento non può sperare di essere qualcosa di più di un mero oggetto di studio. La medicina narrativa, inoltre, comprende anche l’enorme potenzialità della medicina tradizionale di diventare un fertile terreno per l’attecchimento di una riflessione di tipo psicologico.
Come funzionano i gruppi Balint
Benché la scelta di aderire al metodo Balint sia del tutto autonoma, oggi questo tipo di formazione arricchisce notevolmente il curriculum di un medico, al punto tale che in alcune nazioni come la Germania coloro che seguono tale linea operativa hanno diritto a compensi ambulatoriali più elevati.
Il cuore del metodo Balint è sicuramente un nuovo rapporto con il paziente, che cessa di essere visto come un prototipo al quale applicare rigidi schematismi tanto diagnostici quanto terapeutici, i quali spesso conducono a gravi errori clinici ed inducono il paziente ad adottare drastici sistemi difensivi che peggiorano la patologia e frustrano il medico che comincia a considerare intollerabile una professione dalla quale non trae alcuna soddisfazione.
Eppure, i gruppi Balint si configurano non come seminari didattici, né come terapia di gruppo, bensì come ambienti di apprendimento dove gruppi che vanno dalle 6 alle 15 persone si riuniscono e, a turno, espongono un caso clinico senza inaridirlo volendolo necessariamente ricondurre a un dato schema diagnostico, ma limitandosi ad esporlo con un particolare focus sui sentimenti e le sensazioni provate rapportandosi con il paziente. A questo punto, l’attenzione e l’ascolto dei colleghi presenti faranno emergere svariate occasioni di confronto e nuovi punti di vista che permetteranno un’analisi completa del caso.
La presenza di conduttori esperti all’interno di gruppi Balint non ha uno scopo formativo o didattico, bensì di moderazione o di focalizzazione su dettagli di potenziale rilievo.
I gruppi Balint meglio funzionanti si riuniscono per un periodo di tempo non superiore ai due anni e sono eterogenei. L’orizzonte medico, infatti, si è di molto evoluto nel corso dell’ultimo secolo e le persone, congiuntamente con le istituzioni, operanti nel settore dell’assistenza sanitaria rivestono ruoli ormai sempre più diversificati.