Certificazioni RSA | Negli ultimi anni si ricorre sempre più frequentemente a strutture di assistenza per gli anziani, per assicurarsi che i propri cari risiedano in un luogo protetto e sicuro. Le strutture di riferimento sono essenzialmente due: le case di riposo e le Residenze Sanitarie Assistenziali, dove queste ultime furono introdotte in Italia verso la metà degli anni novanta, strutturate per ospitare l’anziano non autosufficiente per un periodo che va da poche settimane ad un tempo indeterminato.

La principale differenza tra le due strutture è che nella casa di riposo trovano ospitalità anziani che sono generalmente autosufficienti, mentre nelle RSA trovano accoglienza, come già accennato persone non autosufficienti e che non possono essere assistite a domicilio. Da questa prima differenza ne discendono una serie di altre, tra cui la prima è la forma di assistenza: mentre nella casa di riposo l’assistenza sarà più che altro diretta al morale dell’anziano e al suo benessere psicofisico, nella RSA si fornirà principalmente un’assistenza di tipo sanitario, con l’erogazione di specifiche cure mediche da parte di specialisti.

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Certificazioni delle Case di Riposo e RSA

Per poter accertarsi della qualità di una casa di riposo o di una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) occorrerà verificare, attraverso l’accesso alle certificazioni standard per i servizi di assistenza e accoglienza per gli anziani, se la struttura applica quanto contenuto nella UNI 10881 del 2013, che dovrà essere naturalmente discendente dalla più ampia ISO 9001, che è una certificazione internazionale, per la misurazione della qualità dei servizi offerti da ogni tipo di organizzazione, sia pubblica che privata. Tali certificazioni rivestono un’importanza fondamentale per poter verificare che agli ospiti della struttura vengano garantite prestazioni di alto livello e assistenza di qualità. E’ chiaro che la reale qualità della vita da assicurare agli anziani è la sommatoria tra i servizi offerti dalla struttura, i servizi offerti dal territorio e la presenza costante ed amorevole delle famiglie. Dalle certificazioni si può meglio capire come gli operatori sanitari debbano essere in grado di unire e far coincidere l’esigenza gestionale della struttura con l’esigenza dell’individuo, nel rispetto della dignità umana e della privacy e in conformità con le norme vigenti e dei requisiti fissati sia dai familiari che dalla eventuale committenza pubblica. Non per niente, l’edizione aggiornata al 2013, rispetto alla precedente del 2000, dal “Servizi – Assistenza residenziale agli anziani – Requisiti del servizio” viene definito per la prima volta il concetto di salute come il massimo livello di benessere perseguibile considerato il livello di autonomia funzionale del paziente con rispetto alle sue esigenze di varia natura e vengono, in base a questo, definiti i diversi tipi di struttura residenziale:

  • monostruttura o residenza specializzata (in funzione della condizioni fisiche e psicologiche degli anziani ;
  • struttura polifunzionale per soddisfare diversi livelli di assistenza agli anziani.

La UNI 10881 del 2013 descrive una tipologia di organizzazione basata sulla ‘best practice’, da adottare da parte di tutte quelle realtà residenziali chiamate ad operare nel campo di assistenza sociale e sanitaria a favore degli anziani. Essa pone la soddisfazione dell’utente come obiettivo da perseguire e costruisce quindi il percorso assistenziale per gradi, descrivendo quindi quali sono gli elementi qualificanti dell’assistenza agli anziani:

  • informazione, per fornire all’assistito e ai parenti, un’idea chiara e precisa dell’intera attività di assistenza;
  • fase di ammissione, caratterizzata dalla puntualità nelle procedure di accettazione;
  • fase di inserimento, attraverso l’adeguatezza e l’umanità dimostrata nel percorso di accoglienza;
  • fase di dimissione;
  • responsabilità della direzione, tendenti soprattutto a documentare, d’iniziativa o su richiesta, con compiutezza e trasparenza le attività di assistenza erogate a favore di ogni ospite;
  • realizzazione della attività che si realizza essenzialmente attraverso efficienza e competenza nelle prestazioni erogate
  • gestione delle risorse umane, che è forse l’aspetto più delicato in una RSA. Infatti oramai agli operatori che lavorano in una RSA fanno capo un numero sempre più crescente e complesso di competenze, che vanno ben oltre la semplice conoscenza del mestiere. Infatti il loro coinvolgimento è pressoché totale, in termini emotivi, sociali e caratteriali. E’ richiesta un’attività di screening continuo e di aggiornamento tecnico professionale specifico e permanente. La motivazione del personale è centrale e fondamentale per mantenere e, se possibile, aumentarne lo standard qualitativo.
  • nel rispetto di orari, salari, dei meriti e delle competenze;
  • attività di controllo, soprattutto per quanto riguarda il rispetto delle norme di igiene e sicurezza degli spazi a disposizione dell’assistito;
  • attività di misurazione delle prestazioni erogate e dei servizi di assistenza per procedere a feedback periodici, tendenti a migliorare il rapporto costo efficacia;
  • requisiti per la progettazione di servizi innovativi tendenti a evitare gli sprechi e prevenire i disservizi, con una conseguente diminuzione dei costi.

Oltre alla più generale ISO 9001 e alla specifica UNI 10881, esistono anche altre norme collegate – sempre cosiddette volontarie – che possono concorrere a misurare, se applicate, la qualità della RSA verso la quale ci si sta orientando. Tanto per citarne alcune:

  • la ISO 14001 che serve a certificare l’impegno della organizzazione che la adotta nel rispetto delle politiche ambientali;
  • la OHSAS 18001 che certifica le modalità di gestione delle attività collegate alla tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro.
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