La Dott.ssa Lucia Leuzzi, psicoterapeuta della RSA San Giorgio, attiva in incontri a tema con i familiari degli Ospiti, risponde alle domande e ai dubbi dei familiari che devono aiutare il proprio caro ad inserirsi in una RSA.

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Molto si parla dell’importanza dei familiari nel processo di inserimento e permanenza degli ospiti nelle RSA. Cosa si può fare per sostenerli in questo delicato e importante compito?

Innanzitutto parliamo di processo di inserimento e permanenza.
Non basta arrivare all’inserimento (aspetto già complesso); la permanenza è la cosa più difficile sia per l’ospite, sia per il familiare.

Abituarsi ad una nuova “casa” non è mai facile, neppure se è necessario, come nei casi che riguardano inserimenti in strutture a lunga o breve degenza (con tutte le differenze possibili), motivate da esigenze legate a problematiche di natura fisica e/o psichica tali da richiedere assistenza specialistica, multiprofessionale e continuativa durante l’intero arco della giornata.

I familiari devono supportare il peso di queste decisioni sia sostenendo il proprio caro ma anche “sostenendo se stessi”.
Molti sono gli “sforzi adattativi” a cui vengono sottoposti, compresi quelli più profondi legati al dover “accettare” a loro volta di richiedere ad “altri” ciò che non sono più in grado di fare personalmente.
Ecco perché la malattia di un proprio caro, anche se in modo differenziato, riguarda l’intero nucleo familiare.

Per rispondere alla domanda, si dovrebbe:

  • Farli sentire non da soli
  • Accoglierli
  • Valorizzarli
  • Fare qualcosa per “loro”

Uno strumento efficace sono i Gruppi Tematici.

 

Perché i Gruppi Tematici? Che caratteristiche hanno?

Sono incontri di gruppo riservati a persone che condividono la stessa esperienza, in questo caso “il proprio caro ricoverato in struttura”; ogni volta vengono trattati temi di interesse comune.

Questi gruppi consentono un confronto tra chi vive realtà comuni.

Non è una psicoterapia di gruppo perché non ha intenti psicoterapici e vengono proposti  dalla struttura come occasione di incontro.

I gruppi sono condotti da uno psicoterapeuta. Durante gli incontri vengono trattati temi di interesse comune, di volta in volta concordati.  Ciò permette alle persone che vivono le stesse difficoltà di incontrarsi e trovare sostegno nel gruppo.

 

Cosa vi aspettate da questo gruppo?

Innanzitutto che i familiari si sentano meno soli e che stiano meglio. Inoltre che vivano il rapporto con la struttura in modo più armonico.

 

In che senso un rapporto più armonico?

I famigliari sentono che vengono accolti, compresi e sostenuti concretamente attraverso uno spazio studiato e proposto per i loro bisogni.

Inoltre prendano maggiore confidenza, innanzitutto con se stessi, ma anche con gli altri familiari, compresa la struttura stessa.

In definitiva i Gruppi Tematici aiutano a ridurre (se non abbattere) le resistenze che limitano le relazioni umane, compresa la “relazione di cura” all’interno delle RSA.

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