“La terza metà del cielo” è il titolo della recensione del filantropo Claudio Buttura, che commenta con positività e una nota di nostalgia la mostra fotografica “Giovanni Negri a Milano – Immagini storiche del Novecento“, presso la RSA San Giorgio a Milano, che ha dato a molti anziani la possibilità di rivivere la Milano della loro gioventù.

buttura-giovanni-negri-mostra

“La terza metà del cielo”

Per quasi sei anni ho avuto, purtroppo, la mamma in una RSA a causa d’una patologia cerebrale degenerativa equivalente all’Alzheimer e so quanto siano utili, nelle strutture di lungodegenza, anche e soprattutto gli aspetti ricreativi; apprezzo, perciò, il fatto che alla RSA “S. Giorgio” – già dotata, per fortuna, di un piccolo ma prezioso bar interno – si sia scelto d’inaugurare la sala espositiva al quarto piano della residenza con la mostra fotografica “Giovanni Negri a Milano – Immagini storiche del Novecento”. La grande Fotografia come mezzo privilegiato per la conservazione della Memoria, con il lodevole intento di recuperare tramite quegli scatti velati di nostalgia – per molti anziani, intimamente legati al vissuto – frammenti di ricordi che consentano di colmare almeno in parte il vuoto psicologico e sociale che affligge la terza età e, più in generale, il mondo contemporaneo.

Mi sembra che le immagini provenienti dall’archivio storico bresciano di Giovanni Negri, inserite con sensibilità e sobria eleganza nel particolare contesto espositivo di via Quadrio, traducano in modo efficace l’idea da cui prende spunto la bella iniziativa che, come ho potuto personalmente constatare, è piaciuta agli anziani ospiti del Centro e alle loro famiglie: le fotografie furono realizzate, all’epoca, con una fotocamera stereoscopica che consentiva d’ottenere immagini osservabili in un visore capace di dare suggestivi effetti di tridimensionalità.

Sarei lieto, aldilà del pregio estetico e documentale di questa retrospettiva (visitabile fino al 31/12/2015, con orari 10/12-15/18), che la sala in cui essa è ospitata divenisse un punto di riferimento privilegiato per nuove esposizioni (consiglio, in primis, una mostra postuma delle straordinarie acqueforti del maestro Agostino Zaliani – già ospite della RSA – ambientate in gran parte nella campagna pavese e lombarda). Credo, infatti, che il sito costituisca uno spazio d’aggregazione alternativo, qualificante e positivo per gli anziani ed i loro congiunti, fruibile anche da un pubblico esterno. Quasi un biglietto da visita, punto di partenza verso una conduzione evoluta e più coraggiosa della RSA milanese: galleria d’arte unica nel suo genere, uno spazio d’amore e poesia aperto sulla “terza metà del cielo” nel cuore della nuova Milano.

C.B.

 

Resta in contatto, iscriviti alla nostra newsletter