Prendersi cura di un malato di Alzheimer non è solo una sfida, ma anche un viaggio da compiere in prima persona con lui. Per questa ragione Korian Italia ha promosso “Io sono l’Alzheimer”, la prima guida pratica per conoscere e affrontare la malattia a cura della giornalista Simona Recanatini e realizzata con la consulenza scientifica di Aladar Bruno Ianes, Direttore Medico di Korian Italia.

Strumenti di cura, consigli ed esempi pratici, fanno del libro edito da Gribaudo un vademecum prezioso per chi desidera comprendere il decorso di una malattia così complessa grazie all’approccio pratico e al linguaggio accessibile. Una guida per aiutare tutte le persone che convivono ogni giorno con questa malattia o che per affetto o professione si ritrovano a conviverci, un contributo pratico per fronteggiare l’Alzheimer con consapevolezza, dando modo a chi fornisce assistenza di tutelare i malati dalla sensazione di sentirsi soli e abbandonati.

L’occasione per scoprire la preziosa utilità di questo libro sarà giovedì 24 maggio, alle ore 19.00, presso la libreria “Open More Than Books”, situata a Milano in Viale Montenero 6. L’incontro, moderato dalla giornalista di Starbene Chiara Libero, vedrà anche la presenza in prima persona del Dott. Federico Vigato, Direttore gestionale della Residenza Korian Saccardo.

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Perché un manuale pratico?

Provare a comprendere le esigenze di un malato di Alzheimer, immedesimandosi nel suo vissuto, per trovare soluzioni e accorgimenti per arginare la patologia, o almeno per conviverci, finché sarà possibile: questi sono gli obiettivi principali del libro “Io sono l’Alzheimer”.

Una guida dentro la malattia che aiuta a comprendere e analizzare alcuni meccanismi e ad empatizzare con essi per tentare di creare una vicinanza emotiva, ma anche per provare a capire, per far luce su una malattia di cui ultimamente si parla molto, ma che si conosce ancora poco.

La malattia di Alzheimer è considerata una delle vere emergenze del futuro: nel mondo sono 47 milioni circa le persone affette da una forma di demenza, ma la cifra è destinata a raddoppiare ogni venti anni. Una patologia, l’Alzheimer, che fa perdere il ricordo e il passato, elementi che ci collegano al mondo reale, e amplifica la solitudine, nel malato e nei suoi familiari. Nasce così la necessità di sostenere il più possibile i malati, ma anche le persone che si prendono cura di loro.

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Migliorare il benessere dei malati

Il libro di Simona Recantini non è solo un vademecum di pratici consigli e informazioni utili rivolto alle famiglie, ai caregiver, e a tutti coloro che desiderano conoscere il decorso di una malattia così complessa. Vuole infatti essere un valido aiuto nell’individuare regole chiave che potranno fare la differenza nella convivenza con i malati di Alzheimer, migliorandone il benessere.

L’aiuto di routine e riti quotidiani

Valorizzare gesti caratteristici della quotidianità può aiutare i malati a conservare il più a lungo possibile la loro autonomia, rendendoli parte integrante di un micro circuito attivo, fatto di routine cadenzate, di piccoli riti quotidiani e interazioni con i familiari. Si tratta di accettare l’arte della lentezza e creare piccoli rituali per “accarezzare” le fragilità del malato, aiutandolo a restare tranquillo e coinvolgendolo nelle attività ripetute a orari fissi per ridurne l’agitazione e rassicurarlo. Ecco alcuni esempi:

  • Creare delle routine, come passeggiate e pulizie domestiche. Più le azioni sono familiari, meno stress creano nel malato. Per questo, può essere utile stabilire orari e attività nella giornata per facilitare i compiti e non creare ulteriore confusione.
  • Tenere l’alimentazione sotto controllo: prediligere piatti sani e leggeri, poveri di grassi e condimenti, bevendo almeno un litro e mezzo di acqua e tisane al giorno.
  • L’importanza del pasto: può essere utile preparare cibi che si possono mangiare anche con le mani, creando contrasti cromatici tra il tavolo, le posate, e i piatti per favorire un miglior riconoscimento degli oggetti.
  • Mantenere un dialogo di empatia e tenerezza: è importante non smettere mai di dialogare lentamente con il malato, con un tono di voce moderato e scandendo bene le parole, mettendosi alla stessa altezza e di fronte alla persona con cui si sta parlando, rispettando i suoi tempi.
  • Riprodurre un arredamento a misura di Alzheimer: ogni stanza deve essere rimodulata per creare un ambiente domestico funzionale ad una migliore percezione degli ambienti da parte del malato.

L’importanza delle terapie non farmacologiche

Tra gli aspetti più importanti all’interno del libro vi sono le terapie non farmacologiche (TNF), uno dei rimedi ad oggi più efficaci per preservare il più a lungo possibile le funzionalità residue dei malati favorendo il controllo dei disturbi del comportamento, rallentando il declino cognitivo e funzionale e compensando le disabilità causate dalla malattia.

Si tratta di attività e strumenti pratici, come:

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  • Terapia del Treno (o Trenoterapia): un vagone virtuale in stile retrò simula un viaggio di 45 minuti per placare l’ansia di fuga dei malati, tipica dell’Alzheimer. Agisce sui disturbi comportamentali stimolando i rapporti, le relazioni, gli incontri e creando momenti di socialità.
  • Terapia occupazionale: utilizza le attività quotidiane come sfogliare un giornale o prendersi cura dei fiori per migliorare le prestazioni cognitive e le relazioni sociali di pazienti con forme lievi o moderate di demenza.
  • Reality-Orientation Therapy (ROT): cerca di mantenere il malato aderente alla realtà che lo circonda, agendo sull’identità personale e rallentandone il declino cognitivo. L’obiettivo è quello di riorientare il malato rispetto a sé e all’ambiente esterno.
  • Camuffamento degli spazi abitativi: utile a nascondere le vie di uscita allo sguardo dei malati con raffigurazioni di paesaggi, quadri e piante che non rendano riconoscibili porte e finestre.
  • Pet Therapy: grazie all’interazione con animali domestici (cani e gatti), il malato migliora il proprio benessere psico-fisico. Prendersi cura di un animale fa sentire utile il malato.
  • Drammaterapia: basata sull’utilizzo di strumenti della rappresentazione teatrale e sull’interazione fra i vari “attori” del gruppo, ha come obiettivo la stimolazione della capacità di raccontarsi ed esprimere emozioni.
  • Sandtherapy (o terapia della sabbia): è utile alle persone con demenza sempre alla ricerca di qualcosa da toccare con le mani. Favorisce il flusso delle emozioni e stimola la memoria procedurale.
  • La Sensory Room: la stanza multisensoriale per la stimolazione cognitiva ideata per attivare dinamiche di rilassamento.
  • La Doll therapy: una bambola con peso e dimensioni appositamente studiate, empatica nell’abbraccio, diventa il bambino da accudire.

Il libro “Io sono l’Alzheimer” rappresenta il naturale proseguimento del progetto Spezza l’indifferenza” sostenuto da Korian Italia per promuovere la corretta informazione e sensibilizzazione sulla malattia. “Dopo il successo di Alzheimer in Lab, il primo percorso sensoriale dedicato a chi vuole sperimentare in prima persona gli effetti invalidanti della malattia, collaborare alla stesura di un manuale pratico rivolto ai non addetti al settore è stata la naturale conseguenza”, ha dichiarato Aladar Bruno Ianes, Direttore Medico di Korian Italia.

 

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