“La depressione non è l’inevitabile compagna dell’invecchiamento”

Lo dice, e lo ripete, il Professor Costanzo Gala, primario di psichiatria all‘ Ospedale San Paolo di Milano, che da qualche mese gestisce con successo il centro (da lui ideato) per la diagnosi e la cura della depressione negli anziani presso la RSA Santa Marta di Milano.

“L’idea del centro è nata dalle numerose richieste di aiuto” spiega il Professore. “L’aumento notevole della popolazione anziana infatti, ha comportato l’aumento del numero di persone a rischio depressione in età avanzata”.

“Secondo i dati, in Italia oltre il 10% degli anziani soffre di depressione mentre addirittura il 40% manifesta sintomi di depressione lieve.”

depressione anziani e come curarla

L’intervista al professor Costanzo Gala

Professore, perché la depressione è così diffusa nella popolazione anziana?

“I progressi della medicina hanno favorito il raggiungimento dell’anzianità, tanto che sono in numero crescente gli ultra ottantenni. D’altra parte vivere a lungo significa convivere con handicap fisici di vario genere”.

Quindi sta dicendo che “vivere a lungo” non è garanzia di felicità…

“Esattamente. Quello che conta è la qualità della vita e per questo è necessario prendere in considerazione le conseguenze emotive di stati di disabilità, che naturalmente sopraggiungono con l’avanzare dell’età”.

Di quali stati emotivi parla?

“Ad esempio la solitudine. La depressione infatti è più frequente nella popolazione femminile dato che le donne vivono mediamente più degli uomini, e quindi sono più soggette a lutti dovuti alla morte del coniuge”.

Come si possono riconoscere i sintomi delle depressione?

“L’anziano se ne accorge perché sente di cambiare: cambia la sua personalità, cambia il suo stile di vita… Le cose che prima gli piacevano non gli piacciono più, e prova fatica a farle”.

Un parente come può accorgersene?

“Purtroppo molte volte il cambiamento viene colto dai parenti come inevitabile conseguenza dell’invecchiamento e pensano che la depressione sia qualcosa di naturale.”.

Quindi non è normale sentire un anziano lamentarsi?

“Assolutamente. Pensate ad esempio a un lutto. Si crede che gli anziani siano abituati a sopportarlo ma al contrario l’impatto emotivo su di loro può essere devastante”.

A quali cure si sottopone un anziano che arriva nel suo centro?

“Prima di tutto bisogna fare una valutazione di carattere medico-neurologico. Questo perché ci sono patologie che possono dare luogo a una condizione depressiva. Per esempio ho rilevato  che persone che vivono da sole si alimentano in modo disordinato e questo può comportare una riduzione della vitamina B12 che ha un forte influsso a livello mentale”.

In che senso?

“Nell’anziano avviene un processo chiamato decadimento cognitivo che rende l’individuo meno capace di affrontare i cambiamenti”.

Come si affronta?

“Esistono esercizi, una sorta di ginnastica mentale, utile a migliorare il processo cognitivo. Essere allenati per affrontare al meglio i problemi tiene lontano il rischio di depressione”.

Insieme agli esercizi, quali altre cure propone il Centro della Depressione?

“Ovviamente l’intervento farmacologico non è da escludere. Gli antidepressivi non sono infatti qualcosa di “innaturale”: i loro principi attivi (come la serotonina) ripristinano attraverso molecole sintetiche, identiche a quelle che abbiamo naturalmente nel nostro corpo, i circuiti di passaggio delle sostanze che la depressione ha reso più lenti e meno veloci. Quindi un’adeguata terapia farmacologica, insieme a un allenamento costante delle capacità cognitive, permette all’anziano di gestire gli stati depressivi”.

 

 

 

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