La Vita in Korian. Parola al Signor Umberto, ospite nella RSA Saccardo
La sicurezza nella voce e nello sguardo di chi è consapevole della propria felicità. Umberto Caruso, per tutti gli addetti ai lavori (e non) della RSA Saccardo, il “Signor Umberto”. Nato ad Addis Abeba 77 anni fa, da sei è ospite della Casa di Riposo milanese del gruppo Korian: una vera e propria colonna portante della struttura.
In forma smagliante, i suoi occhi brillano di orgoglio quando ci ricorda le tappe significative del suo percorso: l’infanzia in Africa, il trasferimento nella Milano del miracolo economico e il suo lavoro da ingegnere – architetto. Un rapporto speciale, poi, con la struttura di via Pietro Saccardo 47, alla quale ha scelto di legarsi: “Ho scelto di vivere qui per sempre perché amo stare in mezzo alle persone. Ho due famiglie: la mia in Francia a cui voglio molto bene, e un’altra che ho creato sei anni fa, quando ho preso la decisione di venire in questa bellissima struttura”.
Una vita in continuo movimento. Cosa l’ha portata a fare questa scelta?
“Io non mi sono mai sposato, e ho seguito i miei genitori dall’Etiopia a Milano. Dopo essere andato in pensione e a seguito della scomparsa di mio padre, sono rimasto da solo e non è stato facile. Sei anni fa ho provato l’affiancamento di un badante, ma non mi sentivo a mio agio. Quando mia nipote mi ha raccontato di una bella struttura con un grande parco, nella mia città d’adozione, non ho esitato neanche un istante. Eccomi qui, nel centro Korian!”.
Come è stato l’inserimento nella Residenza Saccardo?
“I primi due anni, lo devo ammettere, non sono stati facili. Era necessario un grande spirito di adattamento. I medici mi hanno da subito aiutato, seguendomi in maniera amorevole, capendomi e accontentando alcune mie esigenze. Ho una camera tutta per me, da poco ristrutturata. Non ho dubbi, è la più graziosa in assoluto! A casa mi sentivo compatito, qui invece ho percepito l’importanza del contatto con l’esterno e le persone. È come essere in famiglia”.
Reputa che la cura dei dettagli sia un valore aggiunto?
“L’importante credo sia trovarsi bene con se stessi e con gli altri. C’è in questo senso un rapporto di grande amicizia proprio con i medici, sempre pronti a scambiare quattro chiacchiere. Nessuno ti fa mai mancare nulla. Mi trovo benissimo anche con gli operatori e gli infermieri, tutti bravissimi e alla mano. C’è un grandissimo rispetto reciproco: il ‘grazie’ non manca mai da entrambe le parti. I pasti sono poi il vero valore aggiunto: abbiamo quattro proposte per primo, secondo e contorno. I cuochi sono favolosi!”.
Cosa caratterizza la sua quotidianità?
“Negli anni non ho perso l’abitudine di svegliarmi alle 5 perché, lo ammetto, voglio godermi le mie giornate il più possibile. Prima di fare colazione leggo il mio quotidiano, in quanto i dottori mi hanno fatto l’abbonamento per riceverlo tutti i giorni. Mi mantengo così sempre aggiornato e mi confronto spesso con gli altri ospiti. Guardo molta tv, seguo il mio Milan e non mi annoio mai, grazie alle numerose attività che la struttura propone”.
Per quale ragione queste attività sono così importanti?
“Permettono un confronto continuo tra noi “ospiti” e i dottori. Ce ne sono di tutti i tipi, è impossibile non trovarne una che non risponda alle proprie esigenze. Io sono un assiduo frequentatore dell’Università della Terza Età: ogni giovedì dalle 15.30 alle 17.30 vengono alcuni docenti a tenere conferenze e lezioni. Una bellissima iniziativa, come anche l’animazione legata al rapporto tra parole e musica, ma non solo! È da un mese che ogni mercoledì mattina viene a trovarci un pianista bravissimo. Mi diverto a preparare il repertorio di ciò che voglio che suonino. Al termine della lezione, mi lascia il sorriso per tutta la giornata. Per non parlare del parco…”.
Lo ammetta, quando ha parlato del parco le si sono illuminati gli occhi.
“È stato un fattore determinante nella mia scelta. Il parco è una meraviglia, con i suoi fiori profumati, grazie ad una minuziosa cura da parte della struttura. Amo il sole e mi piace moltissimo passeggiare all’aria aperta, o fermarmi a leggere un buon libro. Rappresenta uno sfogo, ma non solo: mi cambia la giornata appena mi sveglio. Io, poi, ho la fortuna di avere in camera una finestra sul parco. Resto al sole, mi abbronzo e tutti mi chiedono spesso se vado al mare, io rispondo sempre: ‘No! Sono stato alla Korian Beach!’”.
Dopo 6 anni, lei qui è una colonna portante.
“Ho un bel rapporto con gli ospiti. Tutti qui mi conoscono, mi fermo sempre dai più anziani, perché voglio bene alle persone più in difficoltà di me. Ho una buona memoria e li saluto tutti per nome, ci tengo a dirlo! È bello scambiare quattro parole, a volte un sorriso cambia la giornata. Siamo una grande famiglia”.
“Avere un paziente come Umberto è fondamentale per la struttura stessa – sostiene Federico Vigato, Direttore Gestionale della RSA e Centro Diurno Saccardo – Permette infatti di mantenere attivi gli altri degenti attraverso un continuo coinvolgimento. Quando è arrivato era isolato e non voleva uscire, ma siamo riusciti ad aiutarlo: ora è conosciutissimo all’interno dei reparti, tanto da rappresentare un valore aggiunto per la nostra struttura. Non bisogna mai dimenticare l’importanza della socializzazione, soprattutto negli anziani. Il signor Umberto in questo senso ha intrapreso un percorso notevole”.
Il Direttore non ha poi dubbi nell’individuare uno tra i più importanti segreti nell’assistenza ai pazienti: “Proporre ai nostri assistiti attività diversificate per tipologia e target è fondamentale. Bisogna tenere conto che ognuno di loro possiede il proprio percorso storico. Avere poche proposte sarebbe limitante: non a tutti, per esempio, può interessare l’Università della terza età, così come possono esserci pazienti non avvezzi alle attività manuali. Offrire possibilità diverse per tipologia e stimolo è in questo senso essenziale. Le attività sono finalizzate a mantenere ‘attivi’ i loro interessi, dando loro modo di stare in compagnia”.