Prevenire l’osteoporosi anziani
La prevenzione osteoporosi andrebbe iniziata già nella prima età adulta, senza lasciarsi ingannare dal ritardo con cui si presenta la malattia. Andrebbe attuata nella prima età adulta con un’alimentazione equilibrata e una vita ricca di attività fisica, benché la malattia si presenti di norma dopo i cinquant’anni, prevalentemente nelle donne in post menopausa. Ciò si verifica perché, con l’ingresso nella menopausa, si riducono i livelli di estrogeni prodotti dall’organismo e, di conseguenza, anche la qualità e la quantità del tessuto osseo dal momento che se ne altera l’equilibrio nel meccanismo di rigenerazione e riassorbimento.
Osteoporosi negli anziani: le cause ormonali
Uno dei primi errori nella prevenzione osteoporosi è quella di pensare che sia una malattia esclusivamente femminile e che si presenti solo nelle donne di età avanzata. In effetti, l’osteoporosi colpisce, in Italia, sì una donna su tre, ma anche un uomo su cinque, specialmente se affetto da ipogonadismo, patologia che riduce la produzione di androgeni, ormoni maschili aventi lo stesso ruolo degli estrogeni nel rafforzamento osseo. Sono svariati, inoltre, i casi in cui gli esperti della Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro, Siommms, consiglierebbero la Moc, ovvero mineralometria ossea computerizzata. Ad esempio, le persone affette da celiachia o da ipertiroidismo, i forti fumatori, coloro che abusano di alcol oppure che sono sottoposti a cure cortisoniche, le donne anoressiche oppure entrate precocemente in menopausa (prima dei 45 anni) o quelle che vi sono entrate da almeno dieci anni, quindi, più in generale tutte le over 60. Se tutte le categorie a rischio si sottoponessero alla Moc sarebbe possibile (per un esperto) calcolare grazie ad appositi algoritmi il rischio di frattura alla quale il soggetto è esposto e prescrivere un’adeguata cura per la prevenzione osteoporosi.
Alimentazione e osteoporosi anziani
La sensibilizzazione della popolazione, dunque, è il primo passo verso la prevenzione osteoporosi, ma sottoporsi ad un esame clinico non è sufficiente, soprattutto perché per favorire la rigenerazione ossea è, innanzitutto, necessario che all’interno dell’organismo siano presenti adeguate quantità di calcio e proteine, che è possibile introdurre consumando ogni giorno latte, yogurt, formaggio, mandorle o noci ed acqua minerale. Tuttavia, è bene ricordare che si raggiunge il picco della massa ossea tra i 20 e i 25 anni, e sarà questa la riserva che verrà poi rimodulata nel corso del rinnovamento del tessuto osseo. Anche la frutta e la verdura hanno un ruolo centrale nella prevenzione osteoporosi poiché, contenendo sali di potassio, riducono il riassorbimento osseo e l’escrezione del calcio attraverso le urine. Per quanto riguarda l’introduzione di proteine, il nostro organismo è in grado di costruirle a partire dal glucosio, quindi una dieta vegetariana non compromette la prevenzione osteoporosi.
La vitamina D e l’osteoporosi anziani
Anche la vitamina D è fondamentale per la prevenzione osteoporosi poiché regola la quantità di calcio assorbita dall’intestino, e l’ipovitaminosi D colpisce circa l’80% delle donne over 65, poiché tale vitamina è presente in pochissimi alimenti, come l’olio di fegato di merluzzo, il salmone e le uova, ed in quantità ridotte, ed è inoltre difficile sintetizzarla. Per consentire alla vitamina D di agire all’interno dell’organismo, infatti, è necessario che l’epidermide resti esposta ai raggi solari. Si consigliano, dunque, lunghe passeggiate all’aria aperta specialmente d’estate.
L’esercizio fisico, tuttavia, è centrale nella prevenzione osteoporosi anche perché tutte le attività che richiedono la contrazione muscolare, come il ballo, il pilates, il ciclismo o, più semplicemente, il sollevamento di pesi da 1-2 kg, rafforzano le ossa, quindi si può affermare che 30 minuti di attività aerobica continuativa al giorno sono l’unico rimedio non farmacologico all’osteoporosi.
Un ultimo consiglio per la prevenzione osteoporosi è quello di non abusare di alcol, poiché inibisce la formazione di vitamina D, e di ridurre il consumo di sigarette poiché il fumo ha un effetto nocivo sull’attività osteoblastica.