L’esperienza conta: è un fattore fondamentale nel percorso di crescita umano e professionale di ognuno di noi. Nell’ambito sanitario  occorre avere temperamento, calma e capacità organizzative: questo permette di disporre di una marcia in più.

Coordinare altri infermieri significa rivedere nelle loro azioni ciò che un tempo eravamo noi stessi. Aiutarli vuol dire comprendere le difficoltà una volta provate in prima persona. Per questa ragione essere infermieri vuol dire essere squadra.

Quali emozioni e quali sensazioni prova chi ha svolto questa professione per molti anni? Oggi ha risposto alle nostre domande di approfondimento Simona Ghisellini, Infermiera, Coordinatrice Socio-Sanitaria e Direttrice Gestionale Korian.

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Qual è stato il tuo percorso professionale?

“Mi sono diplomata in infermieristica nel lontano 1994, esattamente 26 anni fa! Il mio primo impiego è stato in una Casa di Riposo, poi ho fatto diverse esperienze in emergenza al 118 e nel reparto di Oncologia. Nel 1996 sono stata assunta come infermiera in una RSA gestita all’epoca dalla società in cui lavoro tuttora: da quel momento sono sempre rimasta e, grazie alla fiducia riconosciutami, cresciuta in questa Azienda. Nel 1999 mi è stata offerta una grande opportunità di crescita professionale ed ho intrapreso un nuovo percorso come Coordinatore infermieristico presso la Casa di Riposo Città di Verona e nel 2018 un altro passaggio al ruolo di Direttrice della stessa struttura: eccoci qua, dunque, nel doppio ruolo di Coordinatore delle Professioni Sanitarie e di Direttore Gestionale”.


Lo rifaresti?  

“Certamente senza alcuna esitazione”


Chi è per te un infermiere?  

“In una qualsiasi struttura sanitaria e socio sanitaria la professione infermieristica riveste un ruolo fondamentale perchè è il primo che si interfaccia con il paziente/utente; l’assistenza infermieristica può essere preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa e, in ciascuno di queste modalità, si esprime nella sua natura tecnica, relazionale, educativa offrendo all’infermiere la possibilità di scegliere in quale ambito approfondire la sua esperienza e/o in quale ambito si sente maggiormente portato”


Qual è stato il momento più significativo del tuo percorso?

“Il momento di svolta è stato per me nel 2009 quando ho terminato il Master in Coordinamento delle Professioni Sanitarie che ha completato le mie competenze prettamente cliniche ed organizzative fino a diventare un Manager educante, che accompagna e guida la squadra ogni giorno”


Qual è il valore più significativo che hai sviluppato in questa professione?

“Il valore fondamentale è la Responsabilità”


Qual è invece l’aspetto di te stesso a che hai messo con più convinzione in questo lavoro?

“Il mio forte senso di appartenenza e l’attaccamento alla mia struttura, al mio staff e alla mia grande Squadra!”


Definisci questo lavoro con 3 parole. 

“Passione, Coraggio, Determinazione”


Infermieri uomini e infermiere donne. Ci sono differenze?

“Non vorrei fare arrabbiare nessuno ma temo ci siano delle sostanziali differenze: affidabilità, senso materno nel prendersi cura dei pazienti, senza parlare dell’ordine e della precisione che le donne mettono in tutto quello che fanno, quindi sì le donne hanno una marcia in più!”


Tre requisiti che reputi fondamentale in ogni infermiere?

“Rigore, Problem Solving e capacità di lavorare in equipe”


Reputi sia una professione che consenta di imparare aspetti utili nella vita di tutti i giorni?

“Certo, un infermiere se la può cavare in ogni situazione mantenendo controllo e sangue freddo”


Questa professione ti ha permesso o ti permetterebbe di intraprendere nuove strade?

“Dopo alcuni anni di esperienza in ambito clinico ho capito di essere molto attratta dagli aspetti organizzativi: dalla turnistica, alla gestione delle risorse umane, al monitoraggio del tempo degli infermieri dedicato all’assistenza, ossia da tutto quello che permetteva di migliorare il loro lavoro e di ottimizzare i tempi. Di pari passo è arrivato il ruolo di Coordinatore di tutte le professioni sanitarie per più di 20 anni e poi, come dicevo sopra, quello di Direttore di Struttura: penso proprio di aver completato il massimo della mia carriera, oltre alle mie aspettative”


Come è cambiato il ruolo dell’infermiere negli anni?

“Direi che ci sono state numerose conquiste che hanno dato una svolta significativa alla professione infermieristica: ritengo fondamentale il momento in cui, a seguito all’emanazione del DM 739/94, viene riconosciuta alla professione infermieristica la natura di professione intellettuale e vengono per legge attribuite agli infermieri italiani autonomia professionale, competenze e responsabilità che diventeranno pilastri fondamentali della professione e che, al contempo, segneranno il cammino dell’infermieristica italiana verso una sempre maggiore evoluzione”


Un tuo pregio e un tuo difetto quando indossi quella “divisa”?

“Ad oggi nella mia nuova veste di Direttore non indosso più la divisa, ma credo cha la nostra divisa ci protegge anche emotivamente”


Cosa significa la parola fiducia per un infermiere?

“Durante il processo di diagnosi, cura e recupero della salute, l’infermiere assiste il paziente in ogni aspetto: ne monitora lo stato di salute, somministra le cure prescritte, aggiorna le cartelle cliniche, provvede a soddisfare i bisogni primari dei pazienti: il rapporto che si crea è dettato dalla fiducia nei confronti dell’Infermiere. Si deve, quindi, dimostrare sensibile alle condizioni di disagio e sofferenza del paziente, e al tempo stesso comunicare sicurezza, competenza e fiducia nelle scelte sanitarie compiute. Inoltre l’infermiere fa da mediatore tra il paziente, la famiglia e il medico e funge da punto di riferimento per quanto riguarda la terapia da seguire: rimane quindi all’interno di un rapporto di fiducia col Medico e con il Familiare. Lavora con pazienti di ogni età, dai neonati agli anziani, e con problematiche di ogni tipo (ferite, traumi, patologie acute o malattie croniche, disabilità temporanee o permanenti), garantendo competenza e professionalità nello svolgimento delle prestazioni di assistenza infermieristica”


Reputi che questa importante Professione possa essere maggiormente considerata dal mondo Istituzionale?

“Oggi più che mai, in questo momento di panico per l’emergenza Coronavirus, gli infermieri sempre in prima linea in difesa della salute dei cittadini, impiegati nei reparti di area critica, negli ospedali, nelle RSA, con turni massacranti, oberati di lavoro, si sono trovati a fronteggiare questa emergenza dovendo adottare nuovi protocolli e procedure, fino allo sfinimento psico-fisico: gli infermieri ci sono sempre. Va detto soprattutto per gli infermieri che stanno vivendo condizioni di lavoro estenuanti, con carenza di personale e retribuzioni inferiori rispetto alle enormi responsabilità. Ora la politica, i media, elogiano il lavoro di una categoria che ha sempre svolto con estrema professionalità il proprio lavoro, lontano dai riflettori mediatici, in ogni situazione. L’infermiere ha sempre rappresentato, nell’assistenza alla persona, una figura di riferimento senza la quale il Servizio Sanitario Nazionale non potrebbe reggere”


Guardando indietro, qual è l’episodio del tuo percorso che ricordi con maggiore emozione?

“Il 28 Novembre 2009 quando abbiamo traslocato nella nuova struttura: è stato emozionante vedere come tutta la Squadra di Città di Verona abbia cooperato in armonia e sinergia per garantire questo passaggio nel miglior modo possibile ai nostri ospiti. È stato come disegnare un nuovo inizio”


Guardando avanti, invece, cosa ti aspetti da te stessa in questo lavoro?

“Sicuramente di non perdere l’entusiasmo, la passione e di essere sempre più consapevole che non siamo soli”


Potessi lanciare un messaggio a tutti i tuoi colleghi in questa giornata speciale, cosa gli diresti?

“In questa giornata particolare dedicata agli infermieri, il messaggio forte che gli vorrei lanciare è: “Ora prendiamoci cura di noi, tutti insieme ce la possiamo fare!”

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