Sindrome occhio secco negli anziani: come prevenirla e curarla
La sindrome dell’occhio secco colpisce il 25% della popolazione italiana, tra cui, soprattutto le donne e gli anziani. Sono infatti, gli squilibri ormonali e l’avanzamento dell’età le due cause maggiori della progressiva atrofia delle ghiandole lacrimali. La riduzione della produzione di lacrime, d’altro canto, comporta uno stato di irritazione e infiammazione degli occhi perché i film lacrimale, così alterato, non è più in grado di proteggere la superficie dell’occhio, mantenendola sana.
Le lacrime, infatti, svolgono due funzioni essenziali:
- Quella nutritiva, perché garantiscono il giusto apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule della superficie dell’occhio;
- Quella antimicrobica, per la loro azione di difesa contro le aggressioni esterne;
- Quella lubrificante e ottica, perché puliscono la superficie.
Dunque, quando le lacrime vengono a mancare, l’occhio è molto più esposto a infezioni, irritazioni e alle aggressioni dell’ambiente esterno.
Sindrome occhio secco: i sintomi negli anziani
Gli anziani colpiti dalla sindrome dell’occhio secco avvertono una sintomatologia ben precisa: la sensazione di un corpo estraneo nell’occhio o di sabbia, la secchezza al risveglio che può comportare anche dolore, il bruciore, il fastidio all’esposizione alla luce, il prurito. Nei casi peggiori i sintomi possono arrivare fino al dolore oculare e all’annebbiamento della vista. Anche se sembra un paradosso, uno dei sintomi considerati secondari è una lacrimazione eccessiva, acquosa che evapora facilmente. La sindrome dell’occhio secco, inoltre, è spesso accompagnata anche da disturbi alla gola, mal di testa, sinusite, raffreddore, allergia. Alcuni fattori come aria calda, vento, fumo, riscaldamento, inoltre, comportano una maggiore intensità nei sintomi avvertiti.
L’occhio secco negli anziani: cause e conseguenze
L’occhio secco è sempre legato a un’alterazione della produzione lacrimale, determinata o da una riduzione del film lacrimale (ipolacrimia) o da patologie autoimmuni o, ancora, dall’eccessiva evaporazione lacrimale (dislacrimia).
È proprio l’avanzamento dell’età e dunque una progressiva atrofizzazione delle ghiandole lacrimali a determinare la sindrome dell’occhio secco. A questo si aggiungono altre cause, come gli squilibri ormonali indotti dalla menopausa, che quindi aggravano questa condizione nella popolazione femminile, l’uso prolungato di lenti a contatto, delle alterazioni alle palpebre come la mancata congruità del bordo delle palpebre, una condizione molto frequente negli anziani, e ancora l’assunzione di farmaci come antipertensivi o antidepressivi.
Cosa comporta la sindrome dell’occhio secco? L’accumulo di sostanze nocive nella lacrimazione, causando, quindi, un ulteriore e progressivo peggioramento delle lacrime. Un circolo vizioso che può arrivare a scatenare anche problemi alla cornea.
Sindrome dell’occhio secco, prevenzione e cura
Quando si parla di sindrome dell’occhio secco negli anziani, è corretto far riferimento sia a delle buone abitudini da far seguire alla persona come prevenzione di un ulteriore aggravamento della patologia, sia a terapie appropriate alla problematica. Dunque, è sicuramente buona norma apportare il giusto grado di idratazione al corpo bevendo molta acqua e mangiando più frutta e verdura, mantenere un giusto grado di umidità nell’ambiente domestico, evitare o limitare l’utilizzo di dispositivi informatici o comunque mantenersi sempre alla giusta distanza. Inoltre, andrà abituato l’anziano a pulire in modo adeguato il bordo palpebrale e a sbattere frequentemente gli occhi, così da stimolare la produzione lacrimale.
Esistono, poi, delle terapie ad hoc per questa sindrome. Si possono, infatti, utilizzare colliri o gel che detergono, lubrificano e disinfettano proprio come farebbero le lacrime naturali, oppure gocce umidificanti nel caso di una lieve secchezza per un sollievo temporaneo dai sintomi. Esistono, inoltre anche le lacrime artificiali con acido ialuronico che, quindi, utilizzano questa sostanza (che si trova nel liquido vitreo oculare) per lubrificare la superficie degli occhi, alleviando la sintomatologia dell’occhio secco. L’acido ialuronico, infatti, riesce a trattenere acqua fino a 100 volte il suo peso e proprio per questo viene usato nella chirurgia oftalmica come protezione naturale dei tessuti sensibili degli occhi. Dovrà essere, chiaramente, un medico oculista a prescrivere all’anziano il collirio o la terapia farmacologica più adatta. Infine, si può ricorrere anche alla terapia chirurgica per il trattamento di questa problematica con l’occlusione, solo temporanea o definitiva, dei puntini lacrimali.